Cos’è per me la scrittura?
Ricordo ancora oggi il momento in cui ho consapevolmente iniziato a innamorarmi della narrativa, dei libri, delle storie. Non ricordo con esattezza quanti anni avessi, ma ricordo bene quale libro avessi in mano. Si trattava de “L’isola del tesoro” di Robert Luis Stevenson. La storia mi prese a tal punto da leggere il libro di notte, tutto di un fiato e da allora non ho più abbandonato la lettura dei libri, alternando letture di narrativa a quelle di saggistica.
Col tempo i miei gusti si sono affinati e ho capito che adoro le storie di azione, avventura, fantasy, fantascienza, gialli e misteri.
Spesso mi sono chiesto per quale motivo fossi così attratto da questo tipo di storie, piuttosto che dai grandi drammi classici, che magari avrebbero anche potuto insegnarmi qualcosa a livello personale. La risposta che mi sono dato riguarda il pensiero creativo. Ciò che mi affascina di un certo tipo di storie è il processo di creazione, la fantasia e il pensiero che ha portato l’autore a idearle.
Passai in poco tempo dal chiedermi cosa avesse portato autori del calibro di Stephen King a immaginare “IT”, oppure Herbert George Wells a creare “La guerra dei mondi” o ancora J.R.R. Tolkien a scrivere “Il signore degli anelli”, al chiedermi cosa sarei stato capace di fare io.
Ricordo che già da bambino, giocavo a fare lo scrittore con la macchina da scrivere che mio nonno teneva in ufficio. Per me ogni pomeriggio passato nel suo ufficio era un modo per evadere ed entrare in contatto con la mia fantasia, a quei tempi non c’era poi molto da fare. Il primo romanzo che tentai di scrivere riguardava le avventure di un certo personaggio che vedevo spesso in tv e che a quel tempo mi faceva morire dal ridere: Fantozzi. Provare a scrivere di lui non fu altrettanto esilarante. Capii quanto fosse difficile. Ancora ricordo le montagne di fogli appallottolati nel cestino.
Col tempo, ho iniziato a scrivere racconti, abbozzi di storie o immaginavo finali alternativi dei romanzi che leggevo o dei film che guardavo. Scrivere mi piaceva e ho deciso di fare qualche corso di scrittura per capire come fare a trasmettere su carta le mie “allucinazioni”.
I corsi sono stati la mia più grande risorsa e mi hanno spinto a scrivere davvero tanto. La formazione mi ha aiutato non solo a scrivere meglio, ma ha contribuito allo sviluppo della creatività e della fantasia. Se sei una persona che ha voglia di scrivere, buttati nello studio della narratologia, fidati, sarà importantissimo per migliorarti.
La scrittura è diventato un momento tutto mio, mi immergo nelle parole, nei personaggi e mi diverto a sentirmi un artigiano dei libri. Io che con le mani non ho mai saputo fare granché (non avevo la pazienza neanche di piantare un chiodo nel muro) mi sono ritrovato a riflettere con cura su ogni parola che scrivevo. Ho appreso l’arte di correggere, rileggere, sistemare, affinare, modificare, ogni testo che scrivevo. Per me, abituato ad andare sempre di fretta, è stata come una rivelazione. Scrivere è diventato il mio antistress.
Ogni tanto mi capita di aiutare qualche amico scrittore, leggo le sue stesure e cerco di aiutarlo nella riscrittura con la stessa passione con cui lo farei per un mio testo. A volte mi chiedo se sono proprio io quello che si mette al computer a scrivere…
Con le nostre parole possiamo creare nuovi mondi, nuovi personaggi, nuove storie. Io con i miei racconti e romanzi mi sento un po’ come un genitore. Partorisco le storie, le curo, le faccio crescere e infine le lascio andare nel mondo confidando di aver fatto un buon lavoro. A volte ci riesco, altre volte meno, ma la cura e la passione che ci metto è sempre la stessa.
Auguro a tutti di leggere i migliori libri che meritate di leggere e se avete velleità scrittorie, vi auguro di scrivere la vostra migliore storia e di pubblicarla, così che decine, centinaia, migliaia di persone possano leggere le vostre parole.
Il mondo dei libri ha sempre bisogno di nuovi autori e lettori!
Seguimi sulle mie pagine social e aiutami a fare in modo che i miei lavori possano raggiungere più lettori possibile.
Con affetto “lo scrittore col cappello”


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